I catalizzatori di Ziegler Natta
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La scoperta di Natta, i catalizzatori, è stata così rivoluzionaria che oggi possiamo parlare a tutti gli effetti di un mondo “prima di Natta” e di un mondo “dopo Natta”.

Nel mondo precedente a Natta i chimici dovevano accontentarsi di riuscire a sintetizzare molecole  senza poterne prevedere la struttura. Nel mondo “dopo Natta” i chimici possono stabilire a priori la struttura di una molecola che vogliono sintetizzare riuscendo, poi, ad assemblarla in laboratorio esattamente come l’avevano immaginata. La scoperta di Natta ha trasformato atomi e molecole in mattoncini Lego nelle mani degli scienziati.

Chi era Giulio Natta?

Giulio Natta, classe 1903, è probabilmente uno dei chimici italiani più noti al mondo. Il suo lavoro è stato una pietra miliare nella storia dell’evoluzione delle materie plastiche e non solo. La scoperta dei cosiddetti catalizzatori di Ziegler-Natta ha segnato in modo indelebile non solo il mondo dei polimeri, ma, più in generale, il concetto stesso di sintesi chimica. Non a caso Natta, insieme a Karl Ziegler (chimico tedesco che arrivò contemporaneamente alla stessa scoperta), nel 1963 è stato insignito del premio Nobel per la chimica


Una vera rivoluzione 

I catalizzatori di Ziegler-Natta hanno consentito in prima battuta di sintetizzare una materia plastica che fino agli anni ’50 del secolo scorso era un vero e proprio problema chimico: il polipropilene. 

Successivamente sono diventati sostanze fondamentali nell’ambito della sintesi di farmaci e di altre importanti molecole che sono usate in ambito medico, veterinario, agricolo, nell’industria dei coloranti e dei materiali polimerici.

Un tragico esempio

Il controllo preciso della struttura molecolare di una sostanza di sintesi non è un vezzo da scienziati pignoli: è una necessità talvolta di vitale importanza. A tal proposito vale la pena ricordare la tragica storia del Talidomide, un farmaco venduto negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Era una molecola toccasana per le donne in gravidanza. Bastava la somministrazione di una singola pasticca per risolvere problemi come il mal di testa, la nausea o i dolori articolari, che sono tipici effetti collaterali di una gravidanza. Sembrava anche non avere particolari effetti indesiderati e per questo era somministrato con facilità da moltissimi medici.

Ecco, i problemi vennero alla luce man mano che le donne gravide partorivano. Si iniziò a osservare un’impennata nel numero di bambini che nascevano con gravi deformazioni anatomiche: totale assenza degli arti o riduzione della lunghezza delle ossa lunghe. Le tristi storie di questi bambini erano accomunate proprio dalla somministrazione del Talidomide alle loro madri. Si scoprì, infatti, che il farmaco era ottenuto in forma di racemo, ossia come miscela di due molecole con uguale composizione atomica, ma con strutture fra loro speculari. Questa leggerissima differenza era sufficiente a generare due effetti completamente diversi: una molecola dava i benefici di cui si è parlato prima, mentre l’altra risultava teratogena. 

Il contributo di Giulio Natta

Separare a posteriori le due molecole di Talidomide era ed è ancora praticamente impossibile. È proprio in casi come questo che i catalizzatori di Ziegler-Natta si dimostrano risolutivi. Attraverso il loro impiego è possibile selezionare a priori quale dei due prodotti della reazione di sintesi si vuole ottenere. Oggi i catalizzatori di Ziegler-Natta sono fra le molecole più utilizzate proprio nell’ambito della sintesi dei farmaci. 

Giulio Natta in Italia è stato ampiamente celebrato per la sua scoperta. Grazie ai suoi catalizzatori, l’allora Montecatini, oggi gruppo Montedison, iniziò la produzione del polipropilene isotattico che fu commercializzato con il nome di MoplenFu l’inizio di una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle materie plastiche.

Persino la cultura popolare ha dedicato spazio alla celebrazione di questo grande chimico italiano. Nel numero 2916 di Topolino Natta compare all’interno dell’avventura “Qui Quo Qua e la grande storia della chimica del Paperi”.

Aliaxis ringrazia Giulio Natta

Il contributo delle scoperte di Giulio Natta e l’introduzione di un nuovo materiale come il Polipropilene ha impattato in maniera determinante anche sulle aziende ora parte del gruppo Aliaxis. FIP è l’esempio più lampante di questo. Dopo aver iniziato la sua produzione di valvole in PVC negli anni ‘50, ha poi introdotto nuovi articoli, utilizzando i più recenti materiali che, grazie alla scoperta del nostro Premio Nobel, si sono via via affacciati sul mercato. 

Questo ha permesso a FIP di offrire una gamma di prodotti (valvole, raccordi e tubi in PVC-U, PVC-C, PP-H e PVDF) capace di coprire settori di impiego sempre più ampi e fornire risposte sempre più adeguate agli impieghi industriali, civili o agricoli. Una strada che oggi Aliaxis segue con altrettanta forza e determinazione per rispondere alle sfide del mercato con prodotti e servizi in linea con le esigenze del presente e del prossimo futuro.

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