Il lavoro da casa potrebbe aprire opportunità immobiliari nelle città più piccole
Sorry, your browser does not support inline SVG.

La pandemia ha accelerato il lavoro da casa e, sebbene abbia aiutato le aziende a mantenere la continuità operativa con il minimo rischio per i dipendenti, ha anche messo in discussione la necessità di vivere all'interno o nelle immediate vicinanze delle città e comunque in prossimità del luogo di lavoro fisico.

In generale le città sono note per il loro alto costo della vita, soprattutto per gli alloggi, che possono rappresentare oltre un quarto della spesa annuale delle famiglie.

Questa accelerazione di un trend già esistente potrebbe avere un effetto a catena sul mercato immobiliare con uno spostamento dell'interesse dalle costose città di livello 1 (città principali) verso città secondarie e terziarie meno costose (città più piccole).

Per dare un’idea della differenza di costi, ad esempio in Francia, nel 2019 la spesa pro capite dei consumatori per gli alloggi a Parigi, una città di primo livello, è stata del 30-40% superiore rispetto a città più piccole come Grenoble, Montpellier o Rennes. Negli Stati Uniti, secondo Realtor.com, agenzia immobiliare, le ricerche di alloggi rurali e suburbani sono cresciute rispettivamente del 34% e del 30%, rispetto a un aumento del 19% delle abitazioni urbane nel giugno 2020, anno su anno.

Sebbene sia difficile dire se questo sia solo un trend a breve termine, molte città stavano già assistendo a una maggiore crescita della popolazione nelle periferie e nelle regioni periferiche rispetto ai centri urbani. Una tendenza quindi già in pieno svolgimento prima della pandemia COVID-19.

Anche in questo caso la pandemia potrebbe avere agito da catalizzatore accelerando un trend già in corso. E’ estremamente importante che i Governi sappiano supportare e bilanciare in modo corretto questa transizione per non creare anomalie e pressione su infrastrutture, trasporti e livello prezzi.

Allo stesso tempo questa potrebbe rappresentare una concreta opportunità per l’edilizia del ‘nuovo’ rispetto a quella della ‘rigenerazione’ (ristrutturazione) attuata nei centri delle grandi città. 

 

Fonte: Euromonitor International